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lunedì 6 maggio 2013
lunedì 11 marzo 2013
lunedì 4 marzo 2013
giovedì 1 dicembre 2011
Vola mio minibar
Il mio commento al racconto della scrittrice croata.
Per me il minibar è sempre stato una sorta di tabù religioso, una mela da non cogliere perché così mi era stato detto o perché così era stato detto a qualcunaltro e poi tramandato. Ma si sa, a non parlarne poi ci si dimentica, ci si dimentica persino che si trattava di un tabù e oggi il minibar è mio.
Morte al minibar!
Per me il minibar è sempre stato una sorta di tabù religioso, una mela da non cogliere perché così mi era stato detto o perché così era stato detto a qualcunaltro e poi tramandato. Ma si sa, a non parlarne poi ci si dimentica, ci si dimentica persino che si trattava di un tabù e oggi il minibar è mio.
Morte al minibar!
Alla reception riempio il modulo con tutti i miei dati e prendo la
chiave. Mentre mi avvio verso la stanza la receptionist mi fa: “Vuole
aprire un conto nell’hotel?”. “Cos’è?”, chiedo. “Significa che non deve
pagare immediatamente per tutto quello che prende o che usa nell’hotel,
deve solo darci il suo numero di conto”. Rispondo di no. A che mi serve
un conto nell’hotel? Starò qui solo tre giorni. La colazione è compresa e
sarò in giro per la maggior parte del tempo.
La stanza è grande, lussuosa, e ha un profumo fresco. I mobili sono
sicuramente nuovi di zecca, il bagno è enorme e le pesanti finestre si
aprono delicatamente premendo un pulsante. Non ho neppure cominciato a
disfare la valigia quando sento bussare alla porta. “Ha bisogno di
qualcosa?”, chiedo al giovane fattorino. “Mi spiace, ma devo chiudere a
chiave il minibar”. “Perché?”. “Perché non ha aperto un conto
nell’hotel”, risponde dirigendosi verso il minibar, mettendolo sotto
chiave e andandosene.
A un tratto sento la lama dell’invisibile spada dell’ingiustizia
puntata contro la mia nuca. Io non li uso neppure, i minibar. Non vado
d’accordo con l’alcol, non mi piacciono le patatine unte e stantie, odio
le noccioline di ogni tipo, le barrette caramellate di dubbia origine
non sono il mio genere, gli strani liquidi imbottigliati mi provocano
immancabilmente il bruciore di stomaco e le bibite analcoliche gassate
fanno semplicemente male alla salute. La conclusione è che un minibar
non contiene nulla che io possa desiderare. E allora perché mi sento
così umiliata? Solo perché il fattorino ha chiuso a chiave il minibar?
Ha forse messo un lucchetto alla doccia, al rubinetto del bagno, al
telecomando della tv, alla tavoletta del wc? Niente di tutto questo.
Cerco di razionalizzare, di consolarmi pensando al letto voluttuoso o
alla doccia calda: tutto inutile. Sono inconsolabile. È una disperata
sensazione di perdita.
Tags
Dubravka Ugrešić,
hotel,
internazionale,
minibar
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