Enrico Letta: "Il PD è nato con il governo Monti."
Tutti questi anni si è perso tempo? Non mi pare fossero prove generali, si sono candidati a guidare il paese da impreparati?
E ancora: ti conviene mettere nelle mani del governo Monti il battesimo del partito? Governo che al momento incarna la vessazione nei confronti dei cittadini. Tutte cose che se le avesse fatte Berlusconi ora saremmo pieni di popoli viola, verdi, turchese e gialli (perché si sa, i cinesi sono ovunque).
Questo è Enrico Letta quando è convinto di sé.
mercoledì 21 dicembre 2011
lunedì 12 dicembre 2011
sabato 10 dicembre 2011
Sei una persona discreta? Vuoi restare anonimo? Da grande farai il colpevole.
Leggo abbastanza dalla mattina alla sera. Parecchia roba la reputo formativa. Altra è lì ad indicarmi come non andrebbero fatte certe cose (giornalismo, ecc..).
A proposito di Repubblica, Corriere, ecc.. (che col Governo Monti hanno perso ancora più reputazione, lo dicevo già qui) che tanto parlano di crisi e conseguenti tartassati, perché fanno un giornalismo simbolico in cui la crisi è un fatto dato e non una conseguenza? Una trama gialla dove a nessuno fotte un cazzo del colpevole!
___mercoledì 7 dicembre 2011
Forbes
Catturato Zagaria, capo dei Casalesi
Un successo di Maroni anche oggi che Maroni non c'è? O forse c'entra poco, in generale, il ruolo politico del Ministro dell'Interno con questo tipo di operazioni? Era nella lista dei 30 latitanti più pericolosi. Lista che oggi contiene soltanto dieci nomi. I latitanti non sono più pericolosi, semplicemente hanno dimenticato di esclamare: "Salvo me!". Questa lista è stilata dal Gruppo Integrato Interforze per la Ricerca dei Latitanti più pericolosi, la siglia è GIIRL, cazzo se fate paura!
(Michele Zagaria non è un mostro come lo dipingono. Anzi, fu molto disponibile quando andai da lui per passare a Tim.)
lunedì 5 dicembre 2011
Il vecchio e il bambino
L'ideologia è l'oppio della middle-class. L'oppio giocattolo, ovviamente.
I piccoli giocano e i grandi pensano alle cose serie. E questo nel rapporto genitori-figli. Fortunati questi genitori, col loro diritto alla serietà. E' anche vero che di tanto in tanto i grandi giocano coi piccoli (nonostante ci siano delle leggi che lo vietino, ma non parleremo qui di quell'attività formativa tesa al ritrovamento del dialogo tra generazioni che tutti, comunemente, chiamiamo pedofilia).
Qui si parla di un tipo diverso di grandi e piccoli dove i piccoli continuano a giocare ma al posto delle bambole procaci e degli Action Man con problemi erettili (ecco spiegati gli impressionanti equipaggiamenti e i veicoli super-cilindrati) c'hanno la difesa dell'ambiente, la balena bianca, il minollo intransigente o ancora gli operai, il diritto sindacale, la squadra di pallone.
E i grandi? Loro non sentono il bisogno di andare al cinema.
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giovedì 1 dicembre 2011
Vola mio minibar
Il mio commento al racconto della scrittrice croata.
Per me il minibar è sempre stato una sorta di tabù religioso, una mela da non cogliere perché così mi era stato detto o perché così era stato detto a qualcunaltro e poi tramandato. Ma si sa, a non parlarne poi ci si dimentica, ci si dimentica persino che si trattava di un tabù e oggi il minibar è mio.
Morte al minibar!
Per me il minibar è sempre stato una sorta di tabù religioso, una mela da non cogliere perché così mi era stato detto o perché così era stato detto a qualcunaltro e poi tramandato. Ma si sa, a non parlarne poi ci si dimentica, ci si dimentica persino che si trattava di un tabù e oggi il minibar è mio.
Morte al minibar!
Alla reception riempio il modulo con tutti i miei dati e prendo la
chiave. Mentre mi avvio verso la stanza la receptionist mi fa: “Vuole
aprire un conto nell’hotel?”. “Cos’è?”, chiedo. “Significa che non deve
pagare immediatamente per tutto quello che prende o che usa nell’hotel,
deve solo darci il suo numero di conto”. Rispondo di no. A che mi serve
un conto nell’hotel? Starò qui solo tre giorni. La colazione è compresa e
sarò in giro per la maggior parte del tempo.
La stanza è grande, lussuosa, e ha un profumo fresco. I mobili sono
sicuramente nuovi di zecca, il bagno è enorme e le pesanti finestre si
aprono delicatamente premendo un pulsante. Non ho neppure cominciato a
disfare la valigia quando sento bussare alla porta. “Ha bisogno di
qualcosa?”, chiedo al giovane fattorino. “Mi spiace, ma devo chiudere a
chiave il minibar”. “Perché?”. “Perché non ha aperto un conto
nell’hotel”, risponde dirigendosi verso il minibar, mettendolo sotto
chiave e andandosene.
A un tratto sento la lama dell’invisibile spada dell’ingiustizia
puntata contro la mia nuca. Io non li uso neppure, i minibar. Non vado
d’accordo con l’alcol, non mi piacciono le patatine unte e stantie, odio
le noccioline di ogni tipo, le barrette caramellate di dubbia origine
non sono il mio genere, gli strani liquidi imbottigliati mi provocano
immancabilmente il bruciore di stomaco e le bibite analcoliche gassate
fanno semplicemente male alla salute. La conclusione è che un minibar
non contiene nulla che io possa desiderare. E allora perché mi sento
così umiliata? Solo perché il fattorino ha chiuso a chiave il minibar?
Ha forse messo un lucchetto alla doccia, al rubinetto del bagno, al
telecomando della tv, alla tavoletta del wc? Niente di tutto questo.
Cerco di razionalizzare, di consolarmi pensando al letto voluttuoso o
alla doccia calda: tutto inutile. Sono inconsolabile. È una disperata
sensazione di perdita.
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