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lunedì 12 settembre 2011

Tira più un pelo di crisi...

Nel mio primo articolo su WeekEnd Online tranquillizzavo i lettori sulla possibilità di un futuro attentato di matrice islamica nella nostra città. E' altamente improbabile ma non abbassate la guardia, non esiste solo al-Qaeda, lì fuori è pieno di partiti politici.
La crisi economica incombe sulle nostre teste, è la notizia d'apertura dei Tg e dei quotidiani da qualche anno. Sfogliavo un libro satirico pubblicato intorno ai primi anni del nuovo millennio e anche lì si accennava ad una crisi economica; insomma più che ricorrente. I neonati imparano queste due paroline prima di dire mamma, papà o bunga bunga. Dilungarsi sulle responsabilità dell'attuale Governo sarebbe come combattere la vaginosi batterica con spruzzi di deodorante. Preferisco concentrarmi sugli effetti reali, su come cambia la vita delle persone. Portare la famiglia a mangiare una pizza è diventato un progetto a lungo termine. Gli zii verso Natale preparano letterine colorate con filastrocche stridenti elemosinando i pochi risparmi dei nipotini a loro volta disperati in quanto alla veneranda età di otto anni sono già fuori dal mercato del lavoro. Alcune associazioni no-profit vanno in Africa a sensibilizzare le tribù locali sulla necessità di adottare bambini italiani. E tralascio le sperticate lodi ai Santi Demagogia e Qualunquismo che possiamo quotidianamente leggere sui profili dei nostri amici indotti e/o alimentati persino da giornali di un certo rilievo.
La difficoltà maggiore nel parlare di crisi economica sta nel fatto che non è un argomento. Non la si può scindere da temi come il lavoro e conseguenzialmente il diritto all'istruzione che è la culla del futuro. Ho detto futuro? Volevo dire si salvi chi può!
Pensate, fosse nato tra la fine degli anni '80 e l'inizio dei '90, oggi Michele o' scienziat' sarebbe Michele o' ricercator', suona male ed è forse questa la misura del nostro sguardo.


Pubblicato su Giornale WeekEnd Online, qui.

lunedì 5 settembre 2011

[GLOCAL] Perché al-Qaeda non ci attacca?

Castellammare ha tutte le carte in regola per essere oggetto di attentati da parte di al-Qaeda. Densamente popolata, attaccarla genererebbe panico ovunque, tutti si sentirebbero vulnerabili e in pericolo, non solo i cittadini delle grandi città. Ricca di chiese, alcune molto antiche e, perché no, di fondamentalisti cattolici, meriterebbe un posto di rilievo in una ipotetica lista di città-bersaglio. Siamo persino la Città delle Acque e sappiamo quanto faccia caldo nei paesi dove al-Qaeda è maggiormente radicata, è impossibile non farli rosicare. Insomma, idonea ma non selezionata e il motivo può essere soltanto uno: non sanno che esistiamo. Disponiamo di attrazioni uniche e irripetibili ma rimaniamo il figlio incompreso della Costiera, il giorno che raderanno al suolo Sorrento il nostro complesso d'inferiorità tenderà ad acuirsi. Allo stesso tempo tocca fare attenzione a non diventare la Città del Souvenir, fatto salvo il caso in cui il souvenir sia un Padre Pio in terracotta che si ingroppa Hannah Montana. Eppure ci sono degli elementi che fanno pensare di vivere in una cittadina affermata e prestigiosa. Prendiamo i prezzi delle case, con le dovute proporzioni, a Beverly Hills costano meno! Zona turistica, almeno sulla carta. Certo, è indubbio l'interesse storico-archeologico ma le rovine sembrano non essere solo quelle di matrice romana. Tornando ad al-Qaeda, con l'uccisione di Osama bin Laden, fondatore e leader dell'organizzazione terroristica, le cose non sono andate migliorando. Lui, pare, a Castellammare sia stato almeno una volta, a testimonianza di ciò una foto con dedica ritrovata negli ex-locali della pizzeria Mario Miccio.


Pubblicato su Giornale WeekEnd Online, qui!