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sabato 10 dicembre 2011

Sei una persona discreta? Vuoi restare anonimo? Da grande farai il colpevole.

Leggo abbastanza dalla mattina alla sera. Parecchia roba la reputo formativa. Altra è lì ad indicarmi come non andrebbero fatte certe cose (giornalismo, ecc..).

A proposito di Repubblica, Corriere, ecc.. (che col Governo Monti hanno perso ancora più reputazione, lo dicevo già qui) che tanto parlano di crisi e conseguenti tartassati, perché fanno un giornalismo simbolico in cui la crisi è un fatto dato e non una conseguenza? Una trama gialla dove a nessuno fotte un cazzo del colpevole!
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mercoledì 30 novembre 2011

Il quotidiano economico dopo tre giorni puzza

Il Verbo si è fatto carta, color salmone
I governi forti sono in via di estinzione in tutta Europa. La politica cede il passo a una tecnocrazia sovranazionale che ha come unico punto di riferimento ideologico le opinioni dei grandi quotidiani economici.
- Bernard Bulcke
(http://www.presseurop.eu/it/content/article/1230141-il-verbo-si-e-fatto-carta-color-salmone)

Mi ritrovo nella sensazione di fondo: col governo-tecnico la stampa italiana ha perso d'importanza/influenza (non all'estero ma qui!). Impelagati com'erano nel megafonare i pettegolezzi delle rispettive botteghe, i giornali sono ormai esautorati dal proprio ruolo. E questa è la loro cifra.

giovedì 3 novembre 2011

Vitamina C, n. 82

Berlusconi: "L'Italia rispetti gli impegni".

lunedì 12 settembre 2011

Tira più un pelo di crisi...

Nel mio primo articolo su WeekEnd Online tranquillizzavo i lettori sulla possibilità di un futuro attentato di matrice islamica nella nostra città. E' altamente improbabile ma non abbassate la guardia, non esiste solo al-Qaeda, lì fuori è pieno di partiti politici.
La crisi economica incombe sulle nostre teste, è la notizia d'apertura dei Tg e dei quotidiani da qualche anno. Sfogliavo un libro satirico pubblicato intorno ai primi anni del nuovo millennio e anche lì si accennava ad una crisi economica; insomma più che ricorrente. I neonati imparano queste due paroline prima di dire mamma, papà o bunga bunga. Dilungarsi sulle responsabilità dell'attuale Governo sarebbe come combattere la vaginosi batterica con spruzzi di deodorante. Preferisco concentrarmi sugli effetti reali, su come cambia la vita delle persone. Portare la famiglia a mangiare una pizza è diventato un progetto a lungo termine. Gli zii verso Natale preparano letterine colorate con filastrocche stridenti elemosinando i pochi risparmi dei nipotini a loro volta disperati in quanto alla veneranda età di otto anni sono già fuori dal mercato del lavoro. Alcune associazioni no-profit vanno in Africa a sensibilizzare le tribù locali sulla necessità di adottare bambini italiani. E tralascio le sperticate lodi ai Santi Demagogia e Qualunquismo che possiamo quotidianamente leggere sui profili dei nostri amici indotti e/o alimentati persino da giornali di un certo rilievo.
La difficoltà maggiore nel parlare di crisi economica sta nel fatto che non è un argomento. Non la si può scindere da temi come il lavoro e conseguenzialmente il diritto all'istruzione che è la culla del futuro. Ho detto futuro? Volevo dire si salvi chi può!
Pensate, fosse nato tra la fine degli anni '80 e l'inizio dei '90, oggi Michele o' scienziat' sarebbe Michele o' ricercator', suona male ed è forse questa la misura del nostro sguardo.


Pubblicato su Giornale WeekEnd Online, qui.

venerdì 14 gennaio 2011